Anche oggi, rispolvero un precedente testo, sepolto tra tanti, sia per i nuovi lettori che per ripescare temi che giova a tutti noi riportare alla memoria e approfondire. Sul Venerdì Santo, alcuni precedenti qui - qui. Sulla questione di fondo ricordo il mio piccolo saggio: La “Dottrina della sostituzione” della Sinagoga con la Chiesa è stata modificata con quella delle “due salvezze parallele” [qui].
Secondo il messale tridentino di San Pio V la preghiera universale del Venerdì santo consisteva di nove orazioni: si pregava per la Chiesa, per il papa, il clero, i governanti, i catecumeni, gli eretici, gli ebrei, i pagani e tutti coloro che si trovano in pericolo o povertà. Mentre in tutte le altre preghiere l'orazione terminava con la genuflessione (flectamus genua) e con una preghiera, questa formula non era prevista nell'orazione per gli ebrei: "Non si risponde Amen, non si dice Oremus né Flectamus genua (nota 2), né Levate".
Le grandi intercessioni con il loro linguaggio crudo (così diverse dagli omogeneizzati del messale di Paolo VI) hanno affermato con forza la fede della Chiesa primitiva nell’unico Redentore dell’umanità — non nel paese delle favole, ad Abu Dhabi (vedi), nel mondo dell’interreligiosità e dell’ecumenismo postconciliare (qui):